Nel contesto del progetto europeo B-Resilient, finanziato dal programma Horizon Europe, è stata condotta un’analisi approfondita sul mercato della biomassa nell’Unione Europea, con un’attenzione particolare alla filiera della mela e alla valorizzazione della sansa, il principale sottoprodotto derivante dalla sua trasformazione. L’obiettivo del progetto è rafforzare la resilienza delle PMI agroalimentari attraverso un utilizzo più efficiente della biomassa, promuovendo l’economia circolare e la logica dello zero-rifiuti.

Lo studio ha esaminato specifici contesti regionali in Francia (Sud-Provence-Alpes-Côte d’Azur, Pays de la Loire, Bretagna e Normandia) e in Belgio (Vallonia), analizzando le pratiche e le potenzialità locali. In Europa, la mela rappresenta una coltura di primaria importanza: UE è il secondo produttore mondiale, con Polonia, Italia e Francia in testa, coprendo oltre la metà della produzione europea.

Il focus è stato posto sulla sansa di mela, un sottoprodotto che può rappresentare fino al 40% del peso della materia prima, costituito da bucce, semi, steli e residui di succo. Sebbene ricca di fibre e zuccheri fermentabili, la sansa è altamente deperibile e povera di proteine, il che ne limita l’utilizzo diretto.

L’analisi ha individuato cinque principali vie di valorizzazione:

  1. Mangimi per animali – la via più storica, economicamente sostenibile ma con rischi legati a pesticidi e contenuto di etanolo;
  2. Produzione di energia – biogas e biocarburanti tramite fermentazione anaerobica, con costi contenuti ma limitazioni legate alla stagionalità e al basso potenziale metanogeno;
  3. Settore alimentare – produzione di pectina, farina di mela e ingredienti funzionali, frenata da ostacoli di mercato, tecnologici e normativi;
  4. Estrazione di composti bioattivi – polifenoli e antiossidanti per cosmetici e nutraceutica, ma con alti costi di estrazione e ritorni a lungo termine;
  5. Imballaggi a base di fibra di mela – settore innovativo e promettente, ma ancora di nicchia e con forti barriere normative e tecnologiche.

In conclusione, nonostante le molteplici possibilità di impiego della sansa di mela, nessuna delle vie analizzate consente oggi una valorizzazione su larga scala. Le principali criticità restano legate alla sostenibilità economica degli investimenti e alla gestione tecnica di una biomassa instabile e difficile da standardizzare.

L’analisi del progetto B-Resilient mette quindi in evidenza la necessità di politiche di sostegno mirate, incentivi all’innovazione e collaborazioni tra industria e ricerca per trasformare questi flussi secondari in vere risorse per la bioeconomia europea.

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